Cos’è lo stress da caldo?
Quando i tuoi animali ingeriscono una razione costituita da troppa fibra, i microrganismi convertono le fibre in elementi I tuoi animali digeriscono gli alimenti ricchi di fibra e li convertono in nutrienti attraverso l’azione di alcuni microorganismi. Tuttavia, se la razione è troppo ricca di fibre, i microorgansmi non riescono ridurre l’acidità legata a questo genere di alimenti e subrantra quindi l’acidosi.
Lo stress da caldo si manifesta quando l’animale produce o riceve più calore di quello che riesce a disperdere. Quando la temperatura esterna è superiore ai 20° o il THI supera il valore di 68°, suini, ruminanti e avicoli ad alta produzione subiscono dello “stress”, il loro benessere e la loro salute vengono compromessi, con conseguente calo di produzione. Il rischio aumenta ulteriormente quando l’aria è carica di umidità.
Le temperature estive stanno aumentando
Il numero degli animali negli allevamenti sta aumentando e gli animali produrranno sempre più calore all’interno delle stalle in cui si troveranno. (CNIEL 2019).
Le previsioni climatiche per i prossimi anni evidenziano che i fenomeni di stress termico aumenteranno. E’ quindi fondamentale prendere misure preventive negli allevamenti, in particolar modo per quanto riguarda l’alimentazione e la costruzione di stalle idonee per gli animali.
Quali sono gli animali che subiscono maggiormente lo stress termico?
I ruminanti sono gli animali i più colpiti
Quando la temperatura ambientale è troppo alta, la temperatura corporea dei ruminanti sale. Gli animali disperdono il calore accumulato attraverso il sistema respiratorio (aumento significativo del ritmo respiratorio), che porta ad un aumento nell’esalazione di CO2 ed all’alcalosi respiratoria. Una vacca è soggetta a stress termico quando la sua frequenza respiratoria aumenta fino a raggiungere i 60 atti respiratori al minuto (paragonato ai 15 - 35 in situazioni normali).
L’alcalosi agisce negativamente sulla quantità di bicarbonato che viene prodotto nell’organismo dell’animale attraverso la ruminazione. Ruminando meno, la vacca produce meno saliva e di conseguenza meno bicarbonato. Il bicarbonato presente in modo naturale nella saliva non è quindi più sufficiente per contrastare l’acidosi ruminale. Questo fenomeno è ulteriormente accentuato da una perdita di potassio attraverso la sudorazione e di sodio attraverso le urine in quanto la vacca, soffrendo il caldo, traspira, beve e urina molto di più.
Lo stress termico influenza negativamente tutta una serie di parametri. A livello di salute, l’animale inizia a mostrare segnali di inappetenza e a dedicare meno tempo alla ruminazione. Successivamente subentrano zoppia, cambiamenti ormonali che si traducono in fertilità compromessa, mancato concepimento, morte dell’embrione, aborto del feto, e così via.
Inoltre si registra un significativo peggioramento delle performance degli animali con impatto economico per l’allevatore: diminuzione della produzione del latto, del tenore di grasso e del livello di proteine del latte.
Durante il periodo di asciutta, lo stress termico condizionerà anche la produzione di latte nella successiva lattazione.
Anche i suini sono soggetti allo stress da caldo!
Come per i ruminanti, anche il metabolismo e la fisiologia di animali monogastrici sono condizionati dalle temperature. Le alte temperature possono causare la sindrome da iperventilazione, un disturbo della respirazione polmonare (frequenza respiratoria aumentata), e provocare:
- Un calo dei livelli di bicarbonato nel sangue e calo delle performance per quanto riguarda la crescita, conversione alimentare, produzione di latte nelle scrofe e fertilità.
- Un aumento nella perdita di sodio nelle urine.
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E per quanto riguardano gli avicoli?
In una recente intervista, il Dott. Calini, esperto in alimentazione per avicoli, ricorda che negli anni 80 le galline producevano all’incirca 270 uova in un ciclo di produzione standard. Oggi questo numero è aumentato significativamente fino a raggiungere quota 340.
Questo rappresenta ovviamente una fonte di forte "stress" per i nostri avicoli: hanno meno giorni per il riposo e soffrono più facilmente per le alte temperature che, tra le altre cose, ostacolano la corretta calcificazione dei gusci.
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Come possiamo ridurre l’impatto dello stress da caldo?
Rimanendo vigili ed identificando i primi segnali da stress da caldo
I segnali che indicano che gli animali sono colpiti da stress da caldo sono calo dell’assunzione del cibo, diminuzione dei tempi dedicati alla ruminazione (nelle vacche) e aumento della frequenza respiratoria.
Aggiungendo Bicar®Z alla razione come prevenzione prima di un’ondata di caldo
Bicar®Z fornisce due tipi di nutrimenti essenziali agli animali: sodio, che aiuta a mantenere un adeguato equilibrio elettrolitico e bicarbonato che aiuta a stabilire il pH ruminale intorno ai 6.2.
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Proteggendo gli animali dal caldo
Una buona ventilazione nella stalla è fondamentale. Assicurati che ci siano aree ombreggiate a sufficienza quando gli animali sono al pascolo. Se possibile, porta fuori gli animali soltanto nelle ore notturne.
Si può intervenire anche dal punto di visto gestionale nelle stalle per ridurre efficacemente l’impatto dello stress termico, ad esempio:
- Favorire una buona circolazione dell’aria nelle stalle; predisporre le stalle con poche pareti, preferibilmente rimovibili (mobili, gonfiabili, arrotolabili) per poter gestire i periodi caldi e freddi;
- Applicare sistemi di ombreggiamento e offrire zone ombreggiate dove trovare riparo dal caldo durante iI pascolo; favorire il pascolo soltanto la notte e portare gli animali al riparo di giorno, in una stalla idonea; ombreggiare le gabbie esterne per i vitelli;
- Favorire una buona ventilazione (a partire dai 20°) combinata con doccette; non trascurare il raffrescamento in sala d’attesa;
- Isolare e coibentare i tetti in modo da impedire che il caldo possa aumentare la temperatura interna fino a raggiungere i 60° a causa dei pannelli metalliche o in fibrocemento;
Mettendo a disposizione acqua in abbondanza
Occorre garantire un adeguato numero di abbeveratoi e mantenere l’acqua costantemente pulita e disponibile in abbondanza.
Adattando la dieta durante i periodi di stress da caldo
In caso di stress da caldo, gli animali ingeriscono una minor quantità di cibo. Per garantire un consumo ottimale durante questi periodi, è necessario prestare molta attenzione alla qualità e alla freschezza degli alimenti. Se hai dei dubbi, non esitare a consultare il tuo tecnico che ti potrà indicare delle strategie nutrizionali adeguate.
● Irrorare la razione con acqua e somministrarla preferibilmente la sera invece che al mattino: è buona norma non preparare la razione della sera al mattino, si scalderà durante la giornata perdendo la sua appetibilità;
● Per le vacche da latte, non fornire quantità eccessive di fibre eccessivamente grosse, ma piuttosto fibre corti e miste per assicurare un consumo adeguato;
● Eliminare alimenti che si scaldano (verranno scartati);
● Somministra niacina (Vitamina B3): aumenta la vasodilatazione e fa abbassare la temperatura corporea;
● Per le vacche da latte, aumentare il contenuto di sodio a 0,4% della razione e il DCAB a 400 mEq/kg SS, che equivale a 250 g di bicarbonato di sodio (se necessario, aumenta); assicurati che il contenuto di potassio sia almeno 1,5% della sostanza secca ingerita;
● Per i tuoi avicoli e per i suini, aumenta l’integrazione di sodio, BE e possibilmente di potassio in base alle raccomandazioni del tuo nutrizionista che terrà in considerazione le specificità della tua produttività.